Negli anni ‘30 Giuseppe Rousseau Colzi, industriale fiorentino colpito dalla magnifica dolcezza di queste colline e dalla bellezza degli scenari che le circondano, decide di acquistare la proprietà. In quegli anni la Fattoria è un luogo ideale dove condividere con la famiglia e gli amici giornate di vacanza e riposo, caratterizzate da grandi battute di caccia e momenti di festa, senza dimenticare le attività agricole di questa campagna circondata da un suggestivo paesaggio rurale. Dopo la seconda guerra mondiale la famiglia Rousseau Colzi prosegue la sua opera di conduzione della fattoria. A Giuseppe subentra il figlio Giovanni che a sua volta insieme al figlio Michelangelo, dà nuovo impulso alle attività agricole. Sono anni di grandi investimenti per modernizzare le strutture e le produzioni. Contemporaneamente nasce anche l’attività agrituristica, condotta ancora oggi dalla figlia di Giovanni, Gioconda Rousseau Colzi. Attività che consente ai molti visitatori di soggiornare in questi splendidi luoghi, circondati dalle verdi valli e dalle dolci colline di Montespertoli.

Scopriamo insieme

La Famiglia e la Storia

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La Famiglia e la Storia

Le prime notizie della Fattoria risalgono alla fine del 1400 sullo sfondo di una Firenze rinascimentale governata dalla famiglia Medici e da  Lorenzo il Magnifico che diede uno straordinario impulso alle arti e alla cultura del tempo. Sono gli anni in cui il capoluogo fiorentino ospita le botteghe di  grandi artisti come Michelangelo, Leonardo da Vinci e Sandro Botticelli. Proprio in questo periodo, la famiglia Capponi, una delle più influenti  di Firenze, realizza la Fattoria a circa 25 km da Firenze in una zona collinare che domina i lievi pendii del Chianti, da cui, appunto, il nome “Poggio Capponi”. La Fattoria mostra subito  il suo duplice carattere, sia agricolo che adatto alla  villeggiatura. Si sviluppano le coltivazioni di vite, olivo, grano. E qui si insediano i contadini che per generazioni proseguiranno il lavoro nei campi. Troviamo ancora traccia della Fattoria alla fine del Settecento in un documento (il Cabreo) che descriveva dettagliatamente le proprietà e tutti i crediti dei Marchesi Capponi.