La Campania è una regione prevalentemente collinare, con un clima di tipo mediterraneo. La superficie vitata supera i 25mila ettari e la produzione prevalente è di uve a bacca nera.
Il 60% della superficie vitata, infatti, è occupata da vitigni a bacca nera, mentre il 40% da quelli a bacca bianca. Come sistemi di allevamento, sono diffusi la pergola, la spalliera e la controspalliera.
La storia della viticoltura in Campania
La Campania vanta una tradizione vitivinicola antichissima, precedente anche all’epoca Romana. Si presume, infatti, che furono i Greci a introdurre in questa regione i semi della vitis vinifera. Non a caso le principali uve autoctone della Campania come la Falanghina, l’Aglianico, il Piedirosso e il Fiano, sono proprio di origine greca. Durante l’Impero Romano la viticoltura Campana conobbe un fiorente sviluppo e Pompei divenne il principale centro commerciale vinicolo della regione. Dai porti di Pozzuoli e Sinuessa, infatti, partivano le navi che raggiungevano i paesi del Mediterraneo e la Gallia. Con la fine dell’Impero Romano iniziò il declino della viticoltura campana, che durò ben oltre il Medioevo, anche a causa dell’arrivo dell’oidio e la filossera. Una ripresa si registra solo a partire dal 1980, ma oggi la Campania viene considerata una delle regioni più interessanti dal punto di vista enologico. La maggior concentrazione di vigneti è nella provincia di Avellino, dove si producono vini come il Fiano di Avellino e di Benevento, il Greco di Tufo e il Taurasi, chiamato anche il “Barolo del Sud”. Questo vino, ottenuto dall’Aglianico, è un molto complesso ed elegante. Con l’Aglianico inoltre, si producono anche altri vini rossi importanti, quali la Taburno DOC e la Sannio DOC. La provincia di Caserta, in particolar modo Aversa, è famosa per la produzione della Falanghina. La zona del Vesuvio invece si distingue per i vini bianchi, rossi e rosati Lacryma Christi.
I vitigni della Campania
La Campania conta numerosi vitigni, soprattutto autoctoni. Fra i vitigni a bacca bianca possiamo citare la Falanghina, il Fiano, il Greco, ecc. Tra quelli a bacca nera invece, l’Aglianico, il Piedirosso, lo Sciascinoso, ecc. Il Sangiovese, la Barbera, la Malvasia di Candia e il Montepulciano invece, sono i vitigni più coltivati tra quelli non originari della regione. La superficie coltivata a vitigni internazionali non supera il 2% del totale ed è concentrata soprattutto nella provincia di Salerno, con il Merlot, il Cabernet Sauvignon.
Le Denominazioni di Origine in Campania
La Campania vanta oggi 15 DOC (Falanghina del Sannio DOC, Sannio DOC, Falerno del Massico DOC, ecc.) e 4 DOCG (Aglianico del Taburno DOCG, Greco di Tufo DOCG, Fiano di Avellino DOCG, Taurasi DOCG) oltre a 10 IGP.