Il bag in box è una tendenza che inizia a diffondersi per la distribuzione del vino, ma anche per vari prodotti liquidi nell'industria alimentare.
Il bag in box, infatti, permette di immagazzinare una maggiore o minore quantità di vino. Rispetto al tradizionale vino in bottiglia, il loro utilizzo è meno costoso, soprattutto in termini di logistica e costo del prodotto finito. Anche se la quantità di vino immagazzinata nel bag in box è notevole, il vino non tende a deteriorarsi velocemente. Ciò è possibile attraverso l'uso di tecniche come la conservazione sottovuoto.
Il bag in box inoltre, può avere la stessa capacità delle bottiglie di vino, ma è più economico ed ecologico. Il Bag in box dunque, sembra avere davanti a sé un futuro promettente.
Com’è fatto il bag in box
Il bag in box in realtà, è un insieme di due contenitori. Il bag, che è il contenitore diretto del liquido, cioè una sacca formata da più strati di film. Questi film sono spesso composti da polietilene alimentare, poliestere e altri copolimeri per fornire la barriera all'ossigeno della tasca. La scatola, detta box, è composta da un cartone ondulato rigido che funge da imballaggio esterno per la tasca proprio per garantirne la protezione dagli urti fisici.
Il bag in box è spesso dotato di rubinetto per facilitarne l'utilizzo e garantire una conservazione ottimale del vino. Che si tratti di vino rosso o vino bianco, tutte le tipologie di vino sono adatte a essere conservate.
L’innovativo confezionamento del bag in box, grazie al sottovuoto, impedisce l'ingresso di ossigeno e luce, gli stessi fattori che influenzano direttamente il deterioramento del vino. Del resto sono sempre di più i Paesi che esportano vino nel bag in box e questa cifra è in costante aumento.